domenica 2 agosto 2015

Trasferirsi all'estero

Oggi vorrei parlarvi della mia esperienza di italiana all'estero. Vorrei evitare consigli pratici, ma piuttosto condividere qual è stata la mia esperienza e le ragioni che mi hanno portato qui. 
Se siete in cerca di consigli pratici, qui ho parlato di come affrontare un trasloco cambiando paese.

Io lavoro nella ricerca biomedica e nel mio campo la mobilità è quasi (sottolineo il quasi) una tappa necessaria. Molti miei colleghi di università sono rimasti in Italia e altrettanti sono andati all'estero. Dei pro e dei contro posso parlare un'altra volta se ci sono persone interessate a questo percorso di vita.

Quando ho finito l'università ho deciso di intraprendere un dottorato, che è una tappa quasi ugualmente necessaria. Mi sono detta: lavorare tanto per lavorare tanto, almeno il dottorato lo faccio all'estero. Perchè? Perchè a parità di quantità di lavoro: 
- avrò uno stipendio più alto
- la mia professione sarà riconosciuta...e quindi mi sarà riconosciuta una pensione
- ne guadagnerò in esperienza, sia lavorativa (come ho detto è una cosa molto ben vista), ma soprattutto umana.
Mi sono ritrovata ad accettare un posto in Francia, senza che fosse una scelta legata al paese. Certo me lo avessero offerto in Finlandia non l'avrei magari accettato con la stessa facilità, ma quello che volevo far capire è che non è che io abbia scelto il lavoro in base al luogo.

E' stata dura lasciare l'Italia? 
Certo. Lasciare casa, la famiglia, gli affetti. Lasciare gli amici e perdere la familiarità delle cose di tutti i giorni. Non ce l'avrei mai fatta se non fosse che avevo il pieno supporto del mio fidanzato, che ha scelto di seguirmi in quest'avventura (anche se non siamo partiti insieme, ma lui mi ha raggiunto dopo un anno). Anzi, devo ammettere che è stato lui a spingermi nel scegliere un dottorato all'estero, proprio per far fruttare i nostri studi con una prospettiva di lavoro migliore.

E' stata dura ricominciare da capo? 
Certo. Immaginatevi di essere catapultati in un paese nuovo, di cui non conoscete la lingua (il mio francese si limitava a bonjour e merci), iniziare un nuovo lavoro in cui dovrete parlare un'altra lingua (inglese, che ho imparato bene a scuola, ma che di certo non ero abituata a parlare tutti i giorni) e in un posto dove non conoscete nessuno.

Quali sono state le difficoltà maggiori? 
La principale è stata destreggiarsi nella burocrazia francese, riuscendo ad aprire i contratti per la casa, le utenze, tutti i servizi, la sanità... e non farsi mai fregare nonostante si sappia che parlerai un francese maccheronico ancora prima che tu apra bocca.

La difficoltà è stata anche imparare a gestire casa, i conti, arrangiarsi completamente...perchè non c'è nessuno a cui chiedere una mano. Già all'università non vivevo con i miei, ma vivere in una casa dello studente non è la stessa cosa...e vivere a 700 km da casa è ancora un altro paio di maniche.

Difficile è stato gestire la lontananza, come dicevo il fatto di non avere tutte quelle piccole cose di casa, del proprio paese...che uno neanche si rende conto di apprezzare finchè non gli mancano. Ma più passano i mesi, più uno si abitua e soprattutto...cominciano ad essere altre cose a diventare la nostra quotidianità. Si imparano nuove abitudini, ci si immerge in una nuova cultura.

Difficile è stato capire l'inglese parlato dagli altri...perchè tutti hanno i propri accenti. In Italia è ancora una cosa lontanissima...ma bisognerebbe abituarsi a guardare il più possibile film e serie tv in lingua originale, proprio per abituarsi ad accenti e parlate diverse...che non siano quelle della voce scandita del dettato in classe.
Quali sono state le cose migliori? 
Aver conosciuto persone da tutto il mondo. Alcune meravigliose ed indimenticabili, altre molto dimenticabili certo (tutto il mondo è paese eh...), ma che comunque mi hanno lasciato qualcosa. Posso dire di aver lavorato in un ambiente veramente internazionale, al punto che con i miei colleghi coprivamo tutti i continenti.

Aver provato cose nuove, esperienze che non mi sarei sognata se avessi fatto il medesimo percorso lavorativo restando in Italia. Certo sarei stata vicino alla famiglia, le cose sarebbero state mooolto più semplici, ma oltre ad essere più povera nel conto in banca, sarei anche più povera di esperienze...di conoscenze, di contatti. E' difficile descrivere tutto questo bagaglio culturale in poche parole, ma è davvero stata un'esperienza incredibile.

Aver imparato una lingua senza troppi sforzi. Non c'è dubbio, io un po' sono portata e non ho fatto grande difficoltà, ma il francese è MOOOOLTO simile all'italiano. Pensate che ho voluto fare un corso solo dopo un anno e mezzo che abitavo lì, perchè avevo capito che me la sarei cavata senza neanche studiarlo e che non volevo fare un corso troppo base, ma era meglio riuscire a destreggiarsi un po' per fare un corso a livello più alto.
Ho imparato tantissimo leggendo libri, leggere in francese è molto facile, quello che ci frega è la pronuncia. Ma intanto leggendo impariamo un sacco di vocaboli e capiamo anche che l'uso dei tempi verbali è lo stesso. Il corso mi ha aiutato a capire che la grammatica è praticamente identica, anche in quasi tutte le eccezioni...e l'unica cosa che mi è davvero servita e che adesso so anche coniugare i verbi nella maniera giusta.
Certo io non parlo francese al lavoro, mi serve solo per fare conversazione nella vita di tutti i giorni. Credo che si senta lontano un miglio che sono italiana...ma considerando che non ho fatto sforzi, lo capisco quasi perfettamente (per la serie guardo tv, film, teatro senza problemi) e lo parlo benino (posso parlare di qualsiasi cosa, ma di sicuro faccio molti errori grammaticali e me ne rendo anche conto)... io sono abbastanza soddisfatta.

Perchè dopo la Francia siete andati in Svizzera? 
Una domanda piuttosto semplice: perchè in Italia non c'è lavoro. In Italia avevamo troppa paura di non poterci permettere di fare una famiglia. Adesso ci siamo sposati e viviamo in una condizione che temo in Italia non ci saremmo potuti permettere. E tutto questo, ve lo dico, nonostante periodi di disoccupazione. 
La scelta della Svizzera è stata strategica: questa volta ho scelto il paese prima di scegliere il lavoro. Finito il dottorato, la città dove abitavamo non aveva niente da offrirmi e mio marito era disponibile a trasferirsi di nuovo, ma non aveva nessuna intenzione di imparare un'altra lingua. Piuttosto che trasferirci in un'altra città francese abbiamo scelto la Svizzera. Perchè è molto più vicina al nostro modo di vivere la vita. A me questo stile di vita sereno e (per un italiano) un po' rigido piace, tanto. Qui mi trovo molto bene, molto più di come mi trovavo in Francia.

Ma c'è davvero più lavoro all'estero? 
La crisi si sente dapperttutto, anche qui in Svizzera. Però se compariamo all'Italia posso dire che qui in Svizzera di lavoro ancora ce n'è, ma probabilmente è più difficile ottenerlo, rispetto ad una Francia dove invece il lavoro scarseggiava. Qui per molti lavori ci vuole il brevetto federale oppure preferiranno uno Svizzero ad uno straniero....tutte queste cose sono vere, ma di stranieri ce ne sono tantissimi e lavorano, quindi dire che non è impossibile. Sicuramente ci vuole pazienza e la conoscenza della lingua.
Nel mio campo è più facile trovare lavoro, vuoi per la lingua, vuoi perchè la mobilità è parte integrante del sistema. In Italia il sistema universitario...beh preferirei non pronunciarmi. Diciamo che tutto il mondo è paese, non pensiate che non esistano casi di raccomandazione, ma non ai livelli che io ho visto nelle università italiane.
 
Che rispondi a chi ti chiede se è fattibile trasferirsi all'estero?
Sono in tanti che mi chiedono se è fattibile, se è possibile con una famiglia, con i bimbi etc... Il mio consiglio è di informarsi e prepararsi. Prima di tutto bisogna sapersi adattare ed imparare la lingua. Non si può pensare di vivere bene all'estero se si pensa di vivere da italiani. Le cose fuori sono diverse e molto. Sarà una sofferenza se non si riesce ad uscire dal proprio modo di vivere e vedere le cose. 

Io sono sopravvissuta anche se il francese non lo sapevo, ma perchè al lavoro parlo inglese e le persone che frequento pure. Mio marito per trovare lavoro ha dovuto impararare la lingua e all'inizio ha anche accettato di lavorare per un breve periodo senza stipendio, sapendo che così avrebbe potuto migliorare il suo francese. Giusto per fare un esempio di cosa vuol dire sapersi adattare e fare uno sforzo per riuscire nel proprio obiettivo.

Noi ci siamo trasferiti giovani, senza figli...non voglio dare consigli che non posso basare sulla mia esperienza, perciò preferisco non darne. Ci sono però tantissimi forum e siti di italiani all'estero dove si possono reperire tantissime informazioni. Il mio consiglio è di leggere il più possibile e non solo opinioni. Ci sono siti ufficiali dove vengono fornite informazioni relative alla sanità, al sistema scolastico, tutto. Si possono trovare anche siti che fanno stime delle tasse, dei redditi, etc. Se uno si impegna può reperire una quantità di informazioni enorme e per me è una cosa fondamentale. E' importante partire con una consapevolezza di quello che ci aspetta, non solo per non fare scelte sbagliate, ma anche per muoversi nel modo giusto quando ci si trasferisce, per non cadere dalle nuvole e dire "non lo so sapevo".

Te ne sei mai pentita?
Spesso mi chiedo cosa starei facendo in questo momento, se fossi rimasta in Italia, ma questo non vuol dire che mi sia pentita della mia scelta. Se tornassi indietro lo farei di nuovo.  
Spero di aver risposto a un po' di domande...se avete altre curiosità lasciate un commento!!
Più avanti pensavo di scrivere dei post dedicati a quello che più ho amato della Francia e della Svizzera. Se avete altre proposte, fatemi sapere :)

Bisou
Elisa

5 commenti:

  1. Molto interessante! Personalmente mi piacerebbe molto l'idea del post su cosa hai amato di Francia e Svizzera ma anche cosa ti è piaciuto meno di entrambe.

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    1. grazie Nikita, si certo parlerò anche di cosa non mi è piaciuto ;) buona serata!

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  2. Trasferirsiall'esteroTrasferirsiall'estero - Quanti di noihannopensatoalmenounavoltanella vita di Trasferirsiall'estero? E quantihannodetto "bastalasciotutto e vado a viveresuun'isola.

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